GEO     Oslo: amore a seconda vista
L'autore di GEO.de Hans Zippert ha trovato nella capitale norvegese quei posti che riservano piacevoli soprese ai visitatori

testo di Hans Zippert
tradotto ed addattato da Renato Gallmetzer


Oslo non è una capitale
che imbarazza il visitatore con la sensazione di dover accelerare i tempi per vedere in tempo la Torre Eiffel o il Tower Bridge perchè altrimenti gli mancherà il tempo per una visita ai Musei Vaticani. Oslo piuttosto si distingue per l'eclattante mancanza di Torri Eiffel o Tower Bridges. La città non è la Venezia scandinava ne quantomeno la Stoccolma della Norvegia. Oslo è una capitale di quattro lettere ed inizia e finisce con la stessa vocale. A questo punto dell'inchiesta non siamo ancora in grado di dire altro.

Oslo
© Andreas Teichmann

Così si presenta la città: un po' grigia, a prima vista senza attrattive prominenti, però con principi di grande leggerezza ed eleganza

Navi attraccano al municipio
Chi si avvicina alla città dal mare, vive un'esperienza che nessun'altra metropoli al mondo riesce a dare: l'Oslofjord accoglie il visitatore con ben cento chilometri di panorami ineguagliabili. Se si dovesse raggiungere Parigi passando per un fjordo di cento chilometri, le meraviglie della città sembrerebbero esagerate ed esose. Oslo scelse di non voler dare questa impressione. Al porto l'enorme cassone del municipo accoglie il visitatore e le sculture raffiguranti scene di lavoro popolare ne accentuano l'impressione realsocialista. In questo municipio però si consegnano annualmente i premi Nobel per la pace e questo ci insegna che solo con molta attenzione dalla forma si può dedurre il contenuto.

50 chilometri fino all'aeroporto
Se si raggiunge la città con l'aereo non si vedono nè municipi nè premi Nobel, ma solo un chiaro lampeggiare di luci che appare improvvisamente nel buio per sparirvi nuovamente poco dopo, dato che l'aereoporto Gardermoen dista oltre 50 chilometri dal centro. Soprattutto di notte Oslo risplende intensamente nel buio. Non ci è stato possibile appurane il motivo: se dipende dal basso costo dell'energia elettrica in Norvegia o se Olso effettivamente possiede uno spledore tutto suo. Il "Flytoget", un treno espresso, ci porta dall'aeroporto alla stazione del Jernbanetorget e già cinque minuti dopo prendiamo possesso della nostra stanza d'albergo.

Radhus
© Andreas Teichmann

Nel municipio di Oslo si consegna il premio Nobel per la pace. Non è dato di sapere, se anche l'architetto abbia trovato la sua pace


Un tostapane in stanza?
Ci sorprendono tre stravaganze: inanzitutto un bollitore per l'acqua calda con caffè in polvere e tè in bustine; probabilmente per confortarci con una bevanda calda dopo lo choc dei prezzi norvegesi. La seconda stranezza è un apparecchio piatto che si stringe al muro: qualcosa vi si ineserirà, probabilmente serve per far pan tostato. Dopo un'attimo di smarrimento riusciamo a capire che l'aggeggio, dopo una fase di riscalmento di trenta minuti, sarebbe disponibile a stirarci i pantaloni col vapore. Le istuzioni relative però ci segnalano che può riservare anche qualche pericolo e così decidiamo di non affidare i nostri pantaloni a quell'aggeggio e ci addormentiamo per la prima volta ad Oslo.

I Norvegesi cantano sotto la doccia
La mattina, sotto la doccia, scopriamo la terza stranezza. Un foglio con l'iscrizione: "De fleste nordmenn synger i dusjen. Syng med da vel", che varrebe a dire: "la maggior parte dei norvegesi canta sotto la doccia, provate a cantare con loro." Sul retro troviamo il testo di "Singin' in the Rain". Un'idea incantevole: millioni di norvegesi e ospiti vari che sotto millioni di doccie intonano contemporaneamente "Singin' in the Rain", mentre nella stanza vicina i vostri pantaloni si stanno dissolvendo in vapore.

L'abitazione di Ibsen divenne museo
Henrik Ibsen non avrebbe mai intonato questa canzone. Ibsen preferì scriversi i testi da sè ed intorno al 1900 era una delle tre maggiori attrattive della città. Solo le montagne ed una nave vichinga nel porto di Oslo gli fecero concorrenza, lui però venne subito dopo. Se al tempo ci si posizionò in un preciso punto del parco reale con un pò di fortuna era possibile scorgerlo seduto alla finestra. Oggi ognuno può sedere a quella finestra; la sua abitazione al primo piano è divenuta museo per il quale un giovane danese ci conduce durante una calda giornata d'estate. Se l'autore era bloccato nel suo estro, estrasse da un cassetto la sua "orchestrina diabolica". Due diavoletti portanti un calamaio, una rana che suonava il banjo e diversi gatti di porcellana che litigando dirigevano l'orchestra e che lo aiutarono a finire l'ultimo atto di "Quando noi morti risusciteremo". Ma forse suonarono anche "Singin' in the Rain".

D'estate si gira seminudi
L'abitazione spaziosa ma tetra rende bene l'idea di come dovesse essere vivere ad Oslo 100 anni fa. Sicuramente nessun paragone alla vita strepitosa che regna nelle strade della Oslo moderna. L'estate può essere molto calda e di conseguenza spesso si incontrano giovani a torso nudo e pantaloni da ginnastica che girano tranquillamente per supermercati, cinema e tram. Qui nessuno ci fa caso.

Holmenkollen
© Andreas Teichmann

Trampolino straordinario:
Dal Holmenkollen si salta anche d'estate per tuffarsi nella piscina più stravagante di Oslo


Al Holmenkollen un panorama stupendo
Mezzi nudi o vestiti gli abitanti di Oslo sono inevitabilmente attratti dall'aperto e fortunatamente la maggior parte di Oslo si trova all'aperto. Solo un quarto della superficie cittadina è coperta da case, strade e musei di Ibsen, il resto è formato da boschi, laghi e trampolini di lancio. Da quasi ogni punto della città è possibile intravvedere il trampolino sul Holmenkollen. E dal Holmenkollen si gode un panorama splendido su tutta la città. Sicuramente sarebbe la miglior entrata in città: un salto perfetto dal trampolino fino in centro città. Finora comunque anche Sven Hannawald ha compiuto solo un salto di 132,2 metri in direzione città. Nel 1892 il record appartenne ad Arne Ustvedt ed era di appena 21,5 metri.

Sia piscina che trampolino
I visitatori salgono in ascensore fino alla piattaforma di lancio del trampolino. In quel punto ci si trova a 471 metri di altezza sul livello del mare che si vede in lontananza, e che nonostante ciò è allettevolmente vicino. Anche d'estate è possibile effettuare salti che però finiscono in acqua dato che la base del trampolino funge da piscina. Qui si effettuano anche concerti sinfonici e manifestazioni equestri. Un giorno magari si combineranno tutte le attività e gli atleti, accompagnati dai suoni orchstrali di Grieg, si lanceranno in piscina su cavalli con gli sci allacciati agli zoccoli.

Il museo dello sci sotto il trampolino dà un'intensa impressione del meraviglioso mondo dello sci. Esiste un dio dello sci di nome Ull ed una dea di nome Skade, e su una impressionante cartina sono segnati tutti i ritrovamenti sciistici degli ultimi 5200 anni. Dubito che mai si farà una tale cartina per gli snowboards o bob a quattro, anche se ci sembrerebbe molto interessante. Non esiste nulla che gli norvegesi non abbiano fatto con gli sci. Attraversamenti della Groenlandia, consegna della posta, guerre con bastoni carichi ed in seguito trasporto bare. Ci si meraviglia perchè ad Oslo anche d'estate non girino tutti con gli sci.

Un'isola che appartiena ai conigli
D'estate volentieri si va al porto con il municipio alle spalle e si prende il traghetto da Aker Brygge per uno dei piccoli isolotti che sono sparsi irregolarmente nell'acqua della baia. Ogni abitante di Oslo ha il suo isolotto preferito. Hovedøya, Bleikøya, Langøyene. Decidiamo per Gressholmen, perchè l'isolotto ci è simpatico sin dal primo momento. E non solo a noi: oltre che dai vari bagnanti, Gressholmen è popolata principalmente da conigli. Conigli di ogni colorazione e grandezza ed in tale numero che bisogna stare attenti a non inciampare in una delle numerose famiglie. Appena disteso il proprio asciugamano in vista della skyline di Oslo arrivano i primi animaletti ad ispezionare le vettovaglie. Ben presto si divulga la mia offerta che richiama un numero sempre maggiore di questi abitanti a quattro zampe per provare biscotti e panini imbottiti.
Gressholmen
© Andreas Teichmann

Impressione a 4 treccie e 44 orecchie: come essere umano a Gressholmen si appartiene ad una minoranza


O magari sono sempre gli stessi? I conigli si travestono? Come appariamo noi agli occhi di un coniglio? Probabilmente è il caldo a farci porre queste domande - tempo per rinfrescarci le idee nelle acque del fjordo. Si gode di una vista splendida su Oslo con il trampolino che sovvrasta la città come per proteggerla. In lontananza una nave da cociera solca le acque e l'echo delle sue onde ci fa dondolare dolcemente mentre lentamente galleggiamo intorno all'isola. Una sensazione di felicità totale per la quale non serve altro: un fjordo, un trampolino, mille conigli ed una birra, che beviamo nella trattoria dell'isola, un posto particolarmente pittoresco: con il tramonto del sole alle spalle si vede la città mentre arossisce sempre di più e probabilmente si finisce per ordinare un'altra birra. Tanto non si deve guidare ed anche se non si raggiunge in tempo il traghetto c'è sempre qualche coniglio che ti ospita volentieri nel suo covo, e magari ritroviamo anche i nostri panini.

Oslotici, Osloni o Osloniti?
Abbiamo visto Oslo dal trampolino e dalla prospettiva dei conigli, tempo per una visita ad altezza d'uomo e per l'occasione iniziamo al Zoologisk Museum, per capire meglio la questione dei conigli, ma anche tutto il resto (p.e. come si chiamano realmente li abitanti di Oslo? Oslotici, Osloni o Osloniti?) Il museo si trova nel giardino botanico, nel quartiere di Toyen.

Orso
© Andreas Teichmann

Uccello cileno incontra mammifero di Spitzbergen - possibile solo al museo zoologico di Oslo

Un edificio di tre piani in stile classicistico, evidentemente rilegato da secoli ad una calma sovrana ed una piacevole freschezza. Il rumoreggiare di inumerevoli insetti di proprietà del giardino botanico facilmente sovrasta il lontano rumore stradale e facilmente si immagina di sentire il battito d'ala di una farfalla, ma potrebbe trattarsi anche di una porta sbattuta nelle viscere del museo.

Ronzio di insetti al posto di rumore cittadino
Pochi turisti arrivano fino qui e di conseguenza la maggior parte delle descrizioni è in norvegese o latino. Così il visitatore conosce le "Dobbeltkokosnotten" che non sembrano essere tipicamente norvegesi. In stanze semibuie si notano i tentativi di definire il mondo e soprattutto il mondo norvegese. Tutto ottimamente stivato dietro vetrate ed ettichettato per bene, nelle viste panoramiche gli esposti sembrano essersi irrigiditi al momento. La vetrata più bella protegge un orso sorridente (Bjørn) che sembra voler contattattare un' uccellino agitato (Lavskrike). Data la mole dell'orso, l'agitazione del piccolo volatile è più che comprensibile. Resta comunque un mistero come gli scienziati siano riusciti ad impagliare gli animali cogliendo così bene questo attimo drammatico.

Avvertimento per Edvard Munch!
A pochi metri dal museo zoologico hanno costruito un edificio combinando pietre con acciaio e vetro per esporrvi i dipinti di Edvard Munch. È assolutamente consigliabile occuparsi delle opere di Munch esclusivamente in una giornata estiva con sole raggiante. I suoi quadri infatti non aiutano sicuramente a far traboccare il buon umore. E non dipende esclusivamente da "l'urlo", ma anche da una vasta scelta di quadri tra cui "la paura", "melancolia", "tristezza", "la donna disperata" e dalla rappresentazione del "carro funebre" o "la bara", ed anche dal "autoritratto con bottiglia di vino" e dal conseguente "autoritratto all'inferno". Il museo offre copie de "l'urlo" anche in versione gonfiabile per ricordarsi ovunque che la vita è proprio meschina.

Al Sognsvann: un paradiso per grigliate
Questa impressione è però facilmente debellabile in altre parti di Oslo, e non solo sul isola dei conigli, ma anche al Vigeland Park soprattutto di domenica pomeriggio prevale una sorprendente allegria, che è anche il risultato di un grande sforzo artistico. Il parco è opera globale dello scultore norvegese Gustav Vigeland. Ogni pietra è posizionata in base ad un piano ben preciso e probabilmente anche oggi non cresce neanche un erbetta senza il permesso postumo dell'artista.

Vigeland
© Andreas Teichmann

Nudi immortalati: nel parco di Gustav Vigeland le figure si intrecciano in ammucchiate, si fondono, si strapazzano e si tormentano



Questa impressione è però facilmente debellabile in altre parti di Oslo, e non solo sul isola dei conigli, ma anche al Vigeland Park soprattutto di domenica pomeriggio prevale una sorprendente allegria, che è anche il risultato di un grande sforzo artistico. Il parco è opera globale dello scultore norvegese Gustav Vigeland. Ogni pietra è posizionata in base ad un piano ben preciso e probabilmente anche oggi non cresce neanche un erbetta senza il permesso postumo dell'artista.

Già quand'era ancora in vita, Vigeland era l'artista più popolare e rispettato della Norvegia il chè sicuramente ha accentuato ancora di più le depressioni di Munch. Lo scultore amava circondarsi delle sue opere e di conseguenza ebbe continuamente problemi di spazio. Nel 1921 la città di Oslo gli mise a disposizione un palazzo nel quartiere di Frogner che Vigeland potè riempire a piacere. Ma Vigeland pianificò in maniera talmente voluminosa che la città si vide costretta a mettergli a disposizione anche il terreno circostante per costruirvi il suo parco.

Molte sculture di Vigeland emanano un' ingente vitalità. Sembra che l'artista non dovesse scolpirele a gran fatica, ma che le figure uscissero poderosamente dalla materia ed il compito di Vigeland fu solo quello di fermarle e di fissarle in qualche modo affinchè non scappassero. Le figure si intrecciano in ammucchiate, si fondono, si strapazzano e si tormentano, si amano e soffrono ed hanno un diretto effetto su tutti i visitatori del parco.

Molti sono infetti da una forte voglia di movimento: con rollerblades e skateboards, in gruppi Tai-Chi o pantomimici. Turisti tentano di imitare le slogature delle figure e spesso si vedono imitazioni delle scene d'abbraccio di Vigeland. Raramente un'artista è festeggiato in maniera molteplice e maggiore, ma sopratutto continua. Ci viene istintivo gonfiare "l'urlo" di Munch per ricordare alla massa scatenata che domani è lunedì. Le persone presenti però usano soffiare più volentieri su qualcos'altro: una vaschetta rettangolare di alluminio su piedini di metallo. La vaschetta contiene carbone con sopra una griglia sulla quali gli Oslotici posano qualsiasi cibaria. Questa griglia portatile può essere stivata in qualsiasi borsetta, è in vendita ad ogni distributore ed è d'obbligo per ogni Norvegese che resta all'aperto per più di 20 minuti.

griglia
© Andreas Teichmann

Altare portatile: ad Oslo, appena si esce di casa, la griglia portatile è d'obbligo


La griglia è l'altare moderno degli abitanti della metropoli, su di esso imolano agli dei della natura. La si incontra anche nel adiacente parco Frogner, ovviamente sull'isola dei conigli, al Holmenkollen, dove i saltatori norvegesi probabilmente ne hanno con se una anche durante il salto, se per caso dovessero rimanere per aria per un perido più lungo del solito.

È conosciuta anche al Sognsvann, uno degli innumerevoli laghi che miracolosamente circondano Oslo quasi completamente. In 20 minuti di metrò dal Vigelandpark già si nuota in una di quelle acque meravigliose le cui spiaggie sono inevitabilmente occupate da Norvegesi griglianti. Circa un terzo del paese ormai dovrebbe essere occupato da depositi di griglie usate e sicuramente da qualche parte esiste un impianto di ricclaggio per griglie. Ma questo è un problema di un paese straniero nel quale non vogliamo immischiarci.

Tutti gli abitanti di Oslo che abbiamo incontrato erano gentilissimi ed molto premurosi. Senza esitazione anche il personale del trampolino rimase oltre l'orario di lavoro per permettere al nostro fotografo ed al suo assistente di catturare immagini pittoresche ed espressive. Anche quando gli stessi tre tedeschi suonarono un qualsiasi campanello al dodicesimo piano di un edificio di Oslo per poter vedere la città "da quà sù", senza esitazione furono invitati ad entrare ed accolti in maniera estremamente ospitale.

Un bicchiere di birra per otto Euro
Naturalmente, e non vogliamo nasconderlo, ad Oslo si bevono alcolici. Lo stato norvegese è inoltre riuscito a rendere ancora più inebriante questa esperienza portando i prezzi ad un livello inebriante. Bevande alcoliche sono vendute esclusivamente in negozi statali, i Vinmonopolet a prezzi che rendono coscienti di ogni sorso. Nei locali un bicchiere di birra costa circa otto Euro. Invitati ad un party, ognuno si porta la sua scorta di alcolici. In alcuni distibutori inoltre si trovano delle bottiglie contenenti solo poco liquido, una specie di essenza che va diluita.

Party con carne di balena alla griglia
Ad una festa ci è stato offerta una bevanda discretamente piacevole, ma della quale proprio non volevamo scoprire la composizione. Per fortuna rimanemmo accecati solo per qualche frazione di secondo. Forse dipendeva però dalla carne di balena che quella sera assaggiammo per la prima volta - naturalmente alla griglia. Alcuni Norvegesi presenti snobbarono la carne di balena perche è considerata mangiare dei poveri. Il sapore? una sorprendente miscela di carne di manzo e fegato con una leggera nota di olio di pesce.

Però dobbiamo ammettere:
Un' autore tedesco è preso da rimorsi di coscienza a mangiare un essere vivente più intelligente e che oltretutto canta anche meglio di lui.

Due giorni più tardi però, alle "Lofoten Stuben", abbiamo assaggiato un'antipasto delizioso a base di carne di balena marinata. Dopodicchè l'oste ci presentò una carta con immagini di oltre 30 specie di pesci che però non servì molto a schiarirci le idee. Grazie ai suoi consigli esaudienti abbiamo gustato pietanze di pesce tra le migliori mai assaggiate. Un contributo notevole lo diedero le lingue di merluzzo e le trote artiche.

Anche Grønland si trova ad Oslo
Ad Oslo si trova di tutto, avendo la pecunia neccessaria. Una notte ci soffermammo a lungo a decidere se era il caso di comprare uva importata dall'Arabia Saudita. Decidemmo di no. Solo in seguiti ci rendemmo conto che semplicemente eravamo dinnanzi al prodotto di un normale scambio di merci tra stati produttori di petrolio.

Sarebbe completamente errato pensare che il meglio di Oslo siano i suoi dintorni. Quartieri come Grünerløkka o Grønland meritano di essere visitati, vi si trovano tra l'altro negozietti per francobolli con orsi polari impagliati e l'unica moschea con minaretti di tutta la Scandinavia.

Si dice che Oslo abbia una vita notturna eccitante, con numerosi Bars e Clubs, che volutamente ci siamo persi. La vita notturna si trova in tutte le grandi città.

Naturalmente è d'obbligo una visita alla penisola museale Bygdøy, dove è ricostruito un paesotto che permette di conoscere in maniera acustica ed ottica come in un tempo passato gli abitanti di Oslo furono mal ridotti dall'alcol.

Circumnavigazione terrestre in una griglia portatile
In altri musei si possono ammirare navi vichinghe e quelle delle spedizioni artiche ed anche il "Kon-Tiki", l'imbarcazione con la quale Thor Heyerdahl dimostrò che già migliaia di anni fà era possibile raggiungere la Polinesia partendo dal Perù. L'esploratore, morto da poco, è considerato eroe nazionale. Per superare le sue imprese per qualche attimo abbiamo pensato di circumnavigare il mondo in una griglia portatile. Decidemmo però per tre giorni di balneazione. In mattinata qualche giro nella vasca per pricipianti al Frognerpark (con scivolo gigante), a mezzogiorno attraversamento sguazzante del Sognsvann ed in pommeriggio all'isola dei conigli con vista al trampolino. Finale in serata sotto la doccia cantando a squarciagola, mentre affianco il nostro costume da bagno viene stirato in maniera fantastica. Nessun'altra città al mondo può offrire tanto.

Una cosa è certa: se ogni paese avesse una capitale come Oslo, ci sarebbe un mondo migliore. Forse i Norvegesi dovrebbero prestare la lora capitale per qualche anno all'Irak o alla Corea del Nord. Così potrebbero anche consegnarsi a vicenda il premio Nobel per la pace.


Ulteriori informazioni su Oslo si possono trovare alla pagina:
www.visitoslo.com ed Info Oslo